Museo etnografico sardo di Nuoro

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Un salto nel passato

Il museo etnografico sardo di Nuoro, conosciuto anche come museo del costume, rianima lontani ricordi.
Mi ricordo che era una delle tappe obbligate delle gite scolastiche, insieme alla visita della casa di Grazia Deledda, sempre a Nuoro.
Ovviamente, dopo circa 30 anni, i ricordi sono sfumati. E allora torniamo a visitare questo pezzo grosso di storia sarda e rinfreschiamo la memoria!

Un cambiamento sostanzioso rifà il look al museo

Nato nel 1976 ha subito un restauro poderoso a partire dal 2004, costato 5 milioni di euro e durato quasi 13 anni.

Museo etnografico sardo di Nuoro

Museo etnografico sardo di Nuoro – l’ingresso

La differenza c’è e si vede: sale ampie, esposizioni curate sia come numero degli oggetti che come qualità.
Attraggono decisamente le sale che forniscono uno spaccato della vita di allora che si vuole rappresentare.
Si trovano le donne che setacciano la farina per preparare il pane, la realizzazione delle reti da pesca.
Oppure il taglio del torrone o scene di vita religiosa privata. Ogni scena è realizzata con manichini vestiti rigorosamente in costume tipico sardo.
Gli oggetti esposti son più di 4000 e vederli tutti con calma e attenzione non è possibile ovviamente. Io mi sono soffermata maggiormente sull’esposizione dei vari costumi della Sardegna, che si trovano nella sala principale , e sui gioielli.
Si può dire che il museo ha compiuto un grosso salto di qualità, raggiungendo uno standard di carattere europeo.

Cosa vedere e dove nel museo etnografico di Nuoro

  • Sala principale: oltre 80 costumi completi disposti su manichino, suddivisi per aree geografiche.
  • Primo ambiente: il professor Pio Colombini della provincia di Siena, docente di medicina, era un appassionato della Sardegna e si portò a casa “qualche” souvenir. Il tanto giusto da farci un museo! Alla sua morte gli eredi, che non sapevano dove mettere questa fortuna, donarono i vari gioielli, mobili, tessuti, armi, cesti ed altri oggetti in legno intagliato.
  • Secondo ambiente: qui troviamo l’esposizione che tratta di religione e devozione popolare tra cui spicca un simulacro della Vergine in abito con addosso i doni della popolazione devota. La fanno da padrone i rosari, i reliquari ed altri gioielli.
  • Museo etnografico sardo di Nuoro - pane e arte

    Museo etnografico sardo di Nuoro – pane e arte

    Terzo ambiente: rimaniamo in tema di religiosità ma un po’ meno canonica, chiamiamola popolare. Qui troviamo oggetti che richiamano alla superstizione e quelle pratiche propiziatorie. E’ un misto di magia e di religione, cose che cozzano sicuramente con la religione cristiana. Infatti direi che sono legati a tradizioni precristiane o di qualcuno che non si è convertito del tutto.

  • Quarto ambiente: è il momento dei vestiti della festa. E i sardi sanno quanto amano festeggiare! Le feste paesane durano giorni e male andando si va a festeggiare il patrono di qualche altro paese, tanto uno si trova sempre. A onor del vero però, anche i lutti non sono brevi: mia nonna portò l’abito nero per molti anni!
    I vestiti qui esposti sono senza gioielli per motivi di sicurezza.
  • Sale delle maschere: eccoci finalmente alle suggestive, misteriose ed un po’ inquietanti maschere sarde, quelle del carnevale della Barbagia. Mia figlia è terrorizzata da queste maschere in particolare quella dei Mamuthones di Mamoiada. Le maschere e i vestiti indossati cercano di rappresentare delle forme animali. I campanacci posti a tracolla servono a fare molto rumore durante i salti.

Mi hai convinto, dove si trova il museo etnografico sardo di Nuoro?

Facilissimo: sul colle di S. Onofrio in via A. Mereu, 56. Godetevi il panorama. Ogni prima domenica del mese è gratis!
Per orari e giorni di apertura consulta il sito ufficiale

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