La coltivazione dei vigneti è molto diffusa in Sardegna e si spande a macchia d’olio, dalla pianure alla costa, dalle colline agli altipiani. La produzione è favorita dalla composizione del suolo e il clima che risulta soleggiato per gran parte dell’anno.
Uno dei vini celebri è sicuramente il Vermentino, un vino bianco, di aspetto paglierino e riflessi verdognoli, dall’aroma fruttato e floreale di gradazione alcolica tra i 10,5 e i 12 gradi, si consuma fresco e si abbina a sapori delicati e gusti decisi, pesce, antipasti e primi piatti. Del vermentino esistono la versione DOC (Denominazione di origine controllata) per quello di Sardegna e la versione DOCG (Denominazione di origine controllata e garantita) per quello di Gallura, dove iniziò la produzione.
Di colore rosso rubino, quasi granata, è il vitigno diffuso
dall’opera dei monaci camaldolesi che danno origine ad una marchio DOC dal bouquet fruttato, bassa acidità e gusto secco, il Monica.
Le varietà disponibili sono quelle di Sardegna, conservato in botti di legno per sei mesi, che accompagna formaggi poco stagionati e gusti leggeri e quello prodotto nel cagliaritano e nell’oristanese, invecchiato per circa un anno, adatto a formaggi dai sapori forti. La gradazione alcolica varia tra i 13% e i 15% vol. Si consuma fresco intorno ai 16°.
Altro famoso vitigno è quello del Cannonau, nome che richiama il Canonanzo di Siviglia. E’ diffuso in tutta l’isola e per distinguerli si fa riferimento alla sottodenominazione, come Nepente di Oliena, Capo Ferrato o Jerzu.
E’ un vino rosso invecchiato tra i due e i sei anni e ha un gusto intenso e ampio, secco, di buon corpo e scende morbidamente. La gradazione alcolica si attesta sui 12,5 % vol. Ottimo con carni dal gusto deciso e con i formaggi robusti e non. Ne cantò le lodi anche D’Annunzio, in particolare per il Nepente di Oliena.
Un altro DOC disponibile in rosso e rosato, dal gusto secco, è il Carignano, diffuso anch’esso in tutta l’isola ma soprattutto nelle coste dell’Iglesiente e del Sulcis, oltre al Sarrabus e al Sinis. La cantina più celebre è senza dubbio quella di Sant’Antioco. Perfetto per essere consumato, ad una temperatura appena sotto i 20°, con gli antipasti di terra, piatti elaborati, arrosti e formaggi stagionati il rosso mentre il rosato alle carni più leggere.
Per ultimo citiamo un altro rosso: il Mandrolisai, che prende il nome del territorio dove viene maggiormente
coltivato. L’invecchiamento avviene in botti di rovere o di castagno e si consuma tra i 15 e i 18° accompagnando formaggi dai sapori forti ed arrosti. Il gusto deciso e ha bassa acidità, con gradazione più leggera dei precedenti, tra gli 11,5% e i 12,5%.
Non meno buoni sono i vini novelli che condividono caratteristiche comuni, come la bassa acidità e una gradazione simile al Mandrolisai. Sono prodotti da uve nere e dev’essere commercializzato entro la fine dell’anno solare dalla macerazione delle uve. Si sposano benissimo con i gusti di terra. A Milis, nella provincia di Oristano, ogni anno si tiene la rassegna dei vini novelli nella prima decade di novembre.